I pizzoccheri e la loro storia

0 Commenti | Autore: Michele

Tutto il mondo conosce il piatto tipico della Valtellina, ossia i pizzoccheri.

Questo termine, secondo alcuni, è l'equivalente di pinzocheri, indicherebbe "persone bacchettone", gente di poco conto. Più che di modestia, si tratta certamente uno dei tanti nomi scherzosi che si usavano nell’antichità, come ad esempio il termine sciatt, che per l'originaria forma sgraziata di queste frittelle di grano saraceno, stanno ad indicare i rospi nel dialetto locale. Tutti conoscono la ricetta, ma nessuno sa effettivamente quanto sia vecchia.

L’Accademia del Pizzocchero si occupa anche di questo: salvaguardare la ricetta originale e divulgare la storia dei pizzoccheri, oltre ad assicurarsi di garantire che si servano prodotti originali e non mere imitazioni.
Secondo ricerche storiche, nel 1192 l’Imperatore Enrico VI impose a Teglio l’obbedienza a Como, città ghibellina. Da qui, ci furono molti tumulti e la zona finì sotto diversi dominatori, in prevalenza Guelfi di Milano e Ghibellini di Como. In occasioni speciali, le famiglie potenti degustano sicuramente i famosi pizzoccheri.

La nascita di questo particolare piatto è da attribuirsi a uan certa Meluzza, probabilmente una specie di cuoca che, secondo gli storici, “fu l'inventrice di mangiar lasagne, maccheroni con l'aglio, spetie, et cacio, di costei fu anche l'inventione di mangiar formentini, lasagnuole, pinzocheri, vivarmolo”.

Una precisazione: col termine comaschi non si intendeva, allora, la gente proveniente da Como e dai sintorni della cittadina, bensì tutta la popolazione che abitava nella zona del lago fino alla Valtellina. Insomma, la zona dove si estendeva la diocesi comasca. Quindi si è sicuri che già dal XIV secolo si usava grano saraceno con altri cereali quali miglio, orzo, avena. Questa cuoca poi ha aggiunto cacio, burro e verdure e ha dato vita alla ricetta famosa a livello internazionale.

Patria assoluta dei pizzoccheri, l'ALta Valtellina, precisamente Teglio, dove tra l’altro è nata proprio l’Accademia del Pizzocchero, con 27 soci e in continua espansione per divulgare i segreti di questo primo valtellinese.


Leggi la vera ricetta dei Pizzoccheri Valtellinesi >


 

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